Quando si mette in atto la strategia di fidelizzazione del cliente, l’azienda sta lavorando perché il consumatore:
Questo perché il cliente fidelizzato conosce il marchio, ha acquistato almeno una volta, la ritiene valida o è già abituato ad averci a che fare.
Anche lo scontrino medio di un cliente affezionato risulta essere più alto di quello di un nuovo cliente, che non conoscendo l’azienda ha bisogno di tempo per fidarsi e testarne i prodotti o servizi. Inoltre, il tasso di conversione medio (o tasso di acquisto) di un nuovo cliente si aggira intorno al 5%-20%, mentre quello di un cliente fidelizzato intorno al 60-70%.
Pensiamo a quante volte può capitare che, durante una discussione fra amici, si noti un prodotto (un bel telefono, un vestito, un buon vino) o si tessano le lodi di un servizio efficiente in cui siamo incappati.
A quel punto i nostri amici, affascinati dai racconti positivi, vanno ad informarsi su quel prodotto o servizio e acquistano anche loro.
Quella non è nient’altro che una ottima pubblicità positiva che il cliente sta facendo all’azienda a costo zero!
Partiamo dal presupposto che nessun cliente ci noterà se non sta attivamente cercando una soluzione al suo problema.
Magari inizia a curiosare sul nostro profilo Instagram aziendale o sulla pagina web online, se la nostra pubblicità è stata efficace, ma difficilmente acquista fino a che non ha necessità del prodotto o servizio in questione.
Quando il bisogno si manifesta, il potenziale cliente inizia a cercare attivamente online e offline (tra le vetrine e negozi della sua città).
A quel punto è necessario che l’azienda faccia la sua parte e corteggi il potenziale compratore affinché egli acquisti una prima volta, resti soddisfatto, compri nuovamente da noi ed infine attui un buon passa parola.
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