La questione è decisamente molto anomala.
A rimetterci infatti non sono solo la SIAE o gli autori italiani, ma la stessa holding, che sta rischiando di vedere molti utenti del Bel Paese migrare verso altri social, primo tra tutti Tik Tok.
Non è un mistero che la possibilità di usare le più disparate tipologie di canzoni all’interno dei propri contenuti, abbia fatto la fortuna dei social americani.
Adesso invece sono in moltissimi a vedere la propria attività messa a rischio; da una parte i creator, che vedono i loro contenuti mutilati di una componente spesso fondamentale (e che spesso si sono trovati i video completamente mutati, visto che l’algoritmo dietro il riconoscimento musicale non sempre riesce a distinguere la musica dal parlato); dall’altra ovviamente i cantanti, sia quelli più affermati sia magari quelli ancora emergenti.
Di fatto, queste piattaforme rappresentano un’enorme possibilità per tanti ragazzi che hanno scelto di intraprendere la strada della musica, e adesso rischiano di perderla.