Cosa c’è dietro quella che molti hanno (forse in maniera azzardata) definito la Apple del mondo Android?
Come è riuscita a scalare la classifica fino a diventare la terza produttrice mondiale nel settore della telefonia?
Fondata nel 2010 da Lei Jun, potremmo dire che Xiaomi sia stata la capostipite di tutte quelle compagnie che poi hanno cercato di mettere i bastoni tra le ruote della concorrenza.
Destinata inizialmente al solo mercato asiatico, si è sempre distinta per la qualità dei loro prodotti. Come tanti altri dopo di lei, la loro specialità erano i cosiddetti flagship killer, ossia prodotti dal rapporto qualità-prezzo veramente schiacciante rispetto alla concorrenza.
Se per i primissimi anni la sua eco è stata piuttosto circoscritta, ben presto si è cominciato a capire che non scherzavano affatto.
La loro crescita è di fatto coincisa con la diffusione anche alle nostre latitudini dei grandi e-commerce cinesi, come Aliexpress, piuttosto che Bangood o Wish, che nel tempo hanno cominciato a popolarsi di sempre più prodotti proprio marchiati Xiaomi, ma che erano tutto fuorché telefoni.
Senza dubbio, uno dei prodotti che l’ha resa più globalmente famosa è la fortunatissima serie di smartband. Un concept semplicissimo, ma che di fatto ha creato un segmento in cui si sono poi inseriti tutti i player.
Come visto, subito dopo il lancio dei primi telefoni, l’azienda ha capito che non poteva bastare.
Nel 2013 quindi arriva la prima Mi Band, senza dubbio il prodotto di punta dell’azienda, arrivato oggi al suo ottavo aggiornamento in carriera. Il punto forte di questa serie di braccialetti smart sta nella loro estrema usabilità, nella totale sobrietà e soprattutto nella fortissima economicità, che ha sempre contraddistinto ogni versione.
Se le prime, infatti, potevano essere acquistate per cifre che al giorno d’oggi non consentono neanche più una cena in pizzeria, le ultime versioni sfiorano appena i 50 euro, ma nel tempo hanno acquisito sempre più funzioni.
Dopo di questa, è stato il turno di una lunga gamma di prodotti, ognuno dei quali si distingueva per la complessiva qualità e soprattutto per i prezzi sempre schiaccianti rispetto alla concorrenza.
Si potevano trovare infatti tablet, pc, smartband, cuffie, ma anche lampadine, gadget di ogni sorta (tech e non) e all’improvviso anche piccoli elettrodomestici, nonché articoli per la cura personale, come lo spazzolino che ti insegna a lavarti i denti; tutti soprattutto con uno stile incredibilmente riconoscibile e curato, considerato il costo.
L’altra caratteristica che ha sempre contraddistinto questi prodotti è stata la loro integrazione in internet. Quasi tutti gli articoli prodotti da Xiaomi, infatti, sono collegabili in rete e, pertanto, controllabili e consultabili da remoto, comodamente dall’app.
Questo ne ha indiscutibilmente segnato la fortuna, considerando che nel periodo di massima crescita della compagnia, stava impazzando proprio la moda degli articoli IOT e in generale della domotica.
Parallelamente, in occidente, questa rivoluzione non era ancora arrivata, e nelle tasche di gran parte delle persone si trovavano praticamente solo iPhone o Galaxy, alternati raramente da qualche coraggioso che si affidava a Huawei.
Proprio intorno al 2012/2013 però, è stato veramente impossibile continuare ad ignorare questi prodotti.
Sempre più recensori, infatti, hanno cominciato a parlare di questi prodotti, a partire dai telefoni, che si sono rivelati ben presto un’ottima alternativa a quanto si era abituati a conoscere.
L’elemento di novità è una componente fondamentale nel settore tech, da troppi anni ormai statico sulle solite posizioni sicure.
Di fatto, Xiaomi ha rappresentato una vera rottura col passato.
In breve si sono moltiplicati le testate ed i canali che facevano a gara per essere i primi a presentare il loro ennesimo prodotto convincente.
Questo ha notevolmente contribuito a creare una community gigantesca e solida, in cui si collaborava alacremente per trovare l’ultima “rom” da installare sul dispositivo di turno, o la versione più stabile della companion app.
Così, dopo anni in cui una schiera di appassionati ha accettato di farsi arrivare dai depositi orientali i dispositivi che bramava, casa madre ha deciso di accontentarli.
Tra il 2017 ed il 2018 infatti, Xiaomi ha avviato il suo programma di espansione globale, con store ufficiali che hanno cominciato a diffondersi rapidamente in sempre più città.
In Italia i primi a beneficiarne sono stati i clienti lombardi, seguiti presto dagli abitanti di Roma e Lazio.
Nel frattempo, però, i prodotti dell’azienda erano arrivati anche sugli e-commerce “nostrani”, sancendo l’inizio di una nuova era per Xiaomi, che in breve è salita sul podio delle compagnie mondiali di telefonia.
Ancora oggi rimane incredibile guardare come l’opera di recensori e testate occidentali abbia funto da campagna pubblicitaria gratuita, ma soprattutto come Xiaomi abbia cavalcato quest’onda per continuare la sua incredibile espansione.
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