Per spingere ulteriormente il sito, Amazon ha ben pensato di legare il proprio servizio di “prime” anche a Twitch, includendo nell’abbonamento la possibilità di donare una “sub” mensile al proprio streamer preferito (insieme ad altre ricompense minori per l’utente).
Se da una parte però le cose vanno a gonfie vele, non mancano le polemiche; come detto, molti contenuti sono oggetto di fortissime critiche, a causa di un abuso fin troppo palese delle linee di condotta piuttosto permissive imposte dalla governance, soprattutto in termini di contenuti adatti a minori e soprattutto nudità.
Di fatto, negli ultimi anni abbiamo assistito ad una vera proliferazione di streamer che facevano del loro contenuto principale il loro corpo e che, secondo l’opinione dei più strenui difensori dei diritti femminili, avrebbero vanificato gli sforzi fatti per combatterne l’oggettificazione.