È inutile girarci intorno; negli ultimi anni siamo testimoni di un sempre maggior distacco dall’istituzione scolastica, in maniera anche piuttosto trasversale.
Nel tempo questo ha portato moltissime aziende a pensare che, forse, il modo migliore per riportare quante più persone possibile a studiare (soprattutto qualcosa di così importante come le lingue) fosse passare da quello strumento che tutti (o quasi) possiedono, ossia lo smartphone.
Tra le tantissime app del settore, Duolingo si è sempre contraddistinta per l’approccio estremamente fresco e giovane.
Al di là dell’efficacia della loro app, come hanno fatto a racimolare tanto consenso sui social in così poco tempo?
Gli ultimi anni, ahinoi, hanno visto un drastico calo dell’interesse verso qualsiasi tipo di formazione, più o meno specializzata. Le ultime generazioni, sempre più disilluse, se ne preoccupano sempre meno, e le istituzioni vi dedicano sempre meno tempo e risorse.
Per far fronte a questa gravissima situazione, sono nate sempre più società che offrono corsi, sulle più disparate materie. In fondo, se già per sua stessa natura il web è il luogo dove trovare una soluzione a tutto, perché non affidarcisi anche per la formazione delle persone?
Di fatto, tra quelli gratis e quelli a pagamento, attualmente abbiamo accesso ad una quantità incredibile di modi per acquisire conoscenze e competenze, soprattutto di grande qualità.
Se si sa dove cercare adeguatamente, infatti, è possibile trovare tantissimi canali divulgativi (tanto a livello scolastico quanto molto più avanzato) già su YouTube.
Ma negli ultimi anni stanno prendendo sempre più piede quelle che sono delle vere e proprio scuole interamente online, estremamente specifiche (come nel caso di Boolean o Aulab) piuttosto che degli “atenei” (come Docety).
Quella delle lingue però, seppur sempre più vitale, è una conoscenza troppo spesso sottovalutata, soprattutto qui nel bel Paese.
Nonostante non siano mai mancate sugli store dei nostri dispositivi diverse app per avvicinarsi a questo studio, l’arrivo di Duolingo nel 2011 ha sancito una svolta definitiva.
Duolinguo non si fissava l’obiettivo unico di insegnare qualcosa, bensì di far divertire i suoi “studenti” imparando, e gareggiando con i propri amici, piuttosto che con quelli che puoi conoscere in app.
La cosa più sorprendente è che l’app è stata pensata fin da subito come un vero social, il che gli ha valso l’incredibile fortuna che l’ha investito già al lancio.
Nel tempo ovviamente l’applicazione è andata incontro a tantissimi cambiamenti, e la componente di gamification si è un po’ persa per strada; se all’inizio, infatti, c’era un numero limitato di vite per ogni lezione (perse le quali bisognava ricominciare) adesso è tutto un po’ più libero.
Ma allo stesso tempo questo, unito alla totale gratuità del servizio, ne ha fatto in breve una delle migliori app del settore, premiata addirittura da Apple nel 2013 come la migliore app del suo store.
Ma adesso il vero motivo per cui siamo qui, ossia l’improvvisa esplosione social che questo gufetto verde ha fatto registrare nell’ultimo periodo.
Il rebrand della compagnia ha di fatto reso Duo una vera mascotte, oltre che una presenza fissa all’interno dell’app. Quale migliore occasione per approfittare del suo aspetto adorabile?
Ed infatti, Zaria Parvez, giovanissima social media manager dell’azienda, sta portando avanti un lavoro magistrale, che è valso alla società un salto avanti epocale, sia negli store digitali, sia nel posizionamento, e ci si è letteralmente…infilata dentro.
Chi è abituato ad usare l’app, poi, conoscerà bene l’insistenza con cui Duo ti ricorda che non hai ancora fatto una lezione. Perché allora non usare questo aspetto per caratterizzare tutta l’esperienza utente? La mascotte così appare da una parte estremamente adorabile, ma dall’altra anche estremamente seriosa, come nei widget posizionabili sulla nostra home.
L’obiettivo è palesemente la Gen. z, quella che potrebbe trarre maggior beneficio imparando una lingua, ma anche quella che inevitabilmente passa più tempo sui social.
Tra una collaborazione e l’altra, Zaria è stata abilissima nel selezionare tutti influencer bilingue, cui inviare saltuariamente un presente, o semplicemente con cui realizzare dei video.
La cosa più incredibile è che tutto questo è stato ottenuto senza neanche mai parlare del prodotto; così, tra una collaborazione con Crunchyroll (colosso dello streaming di anime) ed una con Heeseung (tra i più noti cantanti k-pop), i canali social sono letteralmente impazzati, superando quelli di società ben più potenti.
Questo di Duolingo è diventato in breve uno dei casi di marketing più studiati della storia recente, e non è difficile capire perché: una vittoria su tutta la linea, ottenuta miscelando sapientemente le già ottime basi tecniche dell’app, con le migliori strategie che solo ad una ragazza giovanissima potevano venire in mente.
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