Sempre più spesso sentiamo parlare di brand naming (letteralmente nome di brand) per aziende, piccole attività o marchi più o meno conosciuti.
Gli addetti ai lavori conoscono già questa disciplina perché il brand naming si fa da quando esiste un brand a cui è necessario attribuire un nome, appunto, e una personalità di marca. Vediamo come si fa e alcune best practice per farlo al meglio.
Pensiamoci bene, quando diamo un nome che funziona ad un brand, quel nome diventa il brand e capitalizza il valore creato dalla comunicazione. La comunicazione dà valore al nome di un brand e gli permette di avere una identità ben definita per crescere ed imporsi nella mente dei consumatori.
Una buona pratica da ricordare quando si denomina un brand per la prima volta, è cercare di trovare un nome originale da non cambiare mai possibilmente, sia per non perdere la narrazione e la storia del marchio, sia per non creare confusione nella mente del consumatore.
Trovare un nome giusto per il tuo brand significa posare la prima pietra per l’inizio di una storia di successo del marchio, è individuare il primo elemento strategico di tutta l’operazione di marketing del tuo brand.
Legalmente parlando, la registrazione del nome come marchio dura 10 anni ed è rinnovabile all’infinito (al contrario del brevetto che dura 20 anni e poi scade, diventando pubblico): il nome è un asset immateriale dell’azienda, più si rinnova negli anni più prende valore.
Per queste ragioni, il brand naming di un prodotto/servizio è fondamentale, perché:
Quando cominci a pensare ad un nuovo nome di brand, inizia a fare un elenco di possibili parole attorno alle quali vorresti far ruotare il tuo marchio (in base al mercato di riferimento in cui ti vuoi posizionare), dunque prova a far viaggiare la mente iniziando dalle parole più descrittive fino a quelle puramente evocative, che rimandano solo lontanamente ad una caratteristica del tuo brand (ad esempio: morbido, duro, soffice, tecnico, artigianale, caldo, freddo, liscio, forte…).
Cerca delle associazioni o sensazioni che il nome ti evoca, pensa se esistono delle parole simili nella tua lingua o in altre lingue e nel caso che significato hanno.
Un consiglio? Quando stai lavorando ad un nome e stai producendo delle parole, non soffermarti a rileggerle chiedendoti i loro significati, non pensare a quali prodotti potresti abbinare certe parole, soffermati solo su cosa evoca il nome a cui stai lavorando e se è giusto per il tuo brand. Quando compi questa analisi, tieni conto dell’area geografica in cui ti trovi, perché a seconda di dove proponi il prodotto devi considerare la pronuncia locale e valutare cosa evoca. Ricorda inoltre di produrre nomi sempre originali, perché rifacendoti ad un nome esistente, puoi rischiare di portare notorietà al nome più conosciuto del tuo, affossando involontariamente il tuo brand.
I primi due livelli sono quelli sui quali puoi lavorare in fase di ideazione del nome. Non puoi invece lavorare sul terzo significato, che prende forma attraverso il lavoro di comunicazione della marca.
La scelta del carattere del tuo nuovo nome dipende dalla strategia che decidi di seguire. Il carattere di un nome può essere:
Un nome generico descrive le qualità fisiche e/o funzionali del prodotto. Un nome distintivo richiama l’universo simbolico del prodotto. Più il nome del prodotto è semplice e descrittivo, meno è originale il brand naming. Più il nome è lontano dal progetto e dalla sua descrizione, più risulta forte e distintivo e a livello legale facilmente difendibile.
Tutto chiaro? Bene, non ti resta che iniziare a far lavorare la mente allora!
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